mercoledì 14 dicembre 2011

Essere perplessi.



Sono fermamente convinta che certe persone siano nate solo per farsi invidiare dal prossimo. Non v'è altra spiegazione. La loro perfezione non potrebbe essere spiegata altrimenti.
Le vedi sull'autobus, alle 7:00 della mattina, con dei boccoli che ricadono rigogliosi su una spalla, l'eyeliner perfettamente delineato sulla palpebra socchiusa, i vestiti dai colori pastello perfettamente intonati tra loro. E poi le rivedi alle 17:00, dieci ore dopo, perfettamente intatte, altrettanto linde e ordinate.
E ti chiedi - come cazzo è possibile. Devono appartenere ad un'altra specie. Perché io la mattina ho sonno, non ho voglia di truccarmi né di svegliarmi un'ora prima per farlo. E i capelli, i capelli non sono sempre in ordine, che diamine. Se poi mi si bagnano per la pioggia potrei assomigliare a un esperimento venuto male.
Mi soffermerei sui vestiti, ma non c'è molto da dire. Quando mi sveglio la mattina, alle 6:30 manco capisco dove mi trovo, maledico il mio destino di alzarmi all'alba e vado a fare colazione. Il mio armadio è una massa informe vagamente malefica, un buco nero in cui se infili un braccio non è poi detto che ritorni indietro.
Mi ritengo fortunata se quando la mano torna indietro ha afferrato una maglietta e un paio di jeans: FIGURIAMOCI ABBINATI. Sarebbe chiedere troppo al Caso.
Per quanto riguarda le scarpe il problema non si pone. Ho le mie simpatiche Etnies che rimangono sempre allacciate, e che infilo come un paio di pantofole senza neanche sciogliere il nodo.
Lo so, tutto ciò è molto triste. Ma la mattina proprio non ce la faccio, e non concepisco come ce la possano fare gli altri. Va al di là delle mie capacità di comprensione.
Ma poi, come facciano a mantenere intatte le loro faccine fino alla sera, è questo che mi sconvolge. Si divertono a prenderti per il culo, perché lo sanno che tu sei una persona normale e loro invece vengono dalla dimensione dei mutanti. Meriterebbero tante cose brutte e cattive.
Come la pioggia torrenziale di Cardarelli quando portano quelle ballerine di pelle di tasso misto daino, o un nubifragio apocalittico quando si sono appena fatte la piastra. Perché non può capitare solo a me.

Ecco, questo è il conciso pensiero ogni volta che vedo una di queste persone, formulato in un lasso di tempo che va dai 20 microsecondi ad un massimo di 2 minuti, a seconda del tempo in cui restano parcheggiate nella mia visuale.
Però non credo di invidiarle, nonostante tutto. Perché mi vien da pensare che forse non hanno poi molto da fare nella vita. Niente di interessante, almeno. O no?

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